Mi son concessa solo un breve passaggio per Brindisi. La città pare un paesone di campagna (con strade a scacchiera e case anonime e squadrate) intenta a rifarsi il belletto nella parte antica intorno alla Cattedrale e sul lungomare vicino al porto. Le visite di mattina di buon'ora svelano molto del carattere urbanistico ed economico di un luogo, non della gente che ci vive e all'alba ancora non è in giro. Ma se le case e l'arredo urbano e le vetrine sono lo specchio dell'anima "umana" di Brindisi, allora non porto via granché, solo il sontuoso salotto della piazza del Duomo, la suggestione antica del portico dei Templari ed il piacere di un buon caffè sul lungomare.
Fuori città ho tagliato decisamente fra gli uliveti, in mezzo alle ombrose fronde mi son sentita più a mio agio e mi son divertita a scavalcare muretti e cercare stradette polverose pur di non marciare giocoforza sulla provinciale piena di caldo catrame e traffico rumoroso.
Purtroppo in mezzo a tanto paradiso ecco le prime avvisaglie di ancor troppa ignoranza, troppa violenza su questo paradiso terrestre. Rifiuti abbandonati...ma ancora? Ma perché?
Il caldo si è fatto prepotente già la mattina alle 9, senza vento ho faticato di più a reggere lo zaino e a sopportare le mie vesciche dispettose e pungenti, lì pronte a rallentarmi il passo, ma finalmente eccomi a Torchiarolo. È un paese cresciuto lungo una via, pomposamente dedicata a qualche re e principe Savoia, senza una piazza e con un castello malandato ed una bella chiesa tardo barocca però. Son arrivata sul mezzogiorno, in giro nessuno, un paio di anziane nascoste dietro le persiane accostate, mettono fuori la testa ben curiose del mio passaggio strano e picchiettante dei bastoncini sul marciapiede...
Mi è sembrato di vivere in uno scenario di un film del FarWest, le casette come cubi semplici e colorati, coi fili della luce a legarle insieme in un triste sciatto decoro. Già ero preoccupata assai immaginando in quale di queste sarei stata ospitata...
Poi però in fondo alla via mi appare l'unica elegante, a questo punto persino signorile, villetta colorata nascosta dal giardino lussureggiante ed un pomposo cancello..
Villa Rosaria appunto!!! Ilio b&b per questa notte, evviva!!
I miei ospiti sono due Signori, Memo e Rosaria, insieme da cinquant'anni e tre figli sparsi per il mondo. La casa si apre su un enorme salone con pianoforte e mobili antichi, salotti e salottini, poltrone e divanetti, vetrine con porcellane, quadri e souvenirs e anche un magnifico presepe in cartapesta creato dalle mani sapienti ed estrose della Signora. Mi viene incontro bistrata, coi capelli colorati e vaporosi, in una mise comoda ed elegante. Memo invece ha un sorriso dolce e distratto, qualche dente in meno e un po' di acciacchi. Sono i "maggiorenti" del paese, rimasti soli in quel palazzetto, con troppe stanze vuote e un po' di malinconia. Mi offrono una camera con bagno assolutamente confortevole, con aria condizionata ed un televisore enorme, una camera fresca e curata in tutto, nascosta al sole potente dietro le persiane chiuse che creano una bella intima atmosfera.
Quando scendo dopo il solito bucato e la sistemazione dello zaino, sorridenti e contenti mi preparano la bella sorpresa di portarmi alla marina! Così volo a mettermi il costume, dopo qualche km fra gli ulivi compare una baia aperta e sabbiosa, io mi concedo un bel bagno fra le onde, che c'è vento e loro mi aspettano al bar della spiaggia. Non paghi di tanta gentilezza mi offrono pure un fresco aperitivo e due rustici, le tipiche sfoglie calde farcite con pomodorini e mozzarella filante! Passiamo due ore a conversare di figli e dei tempi loro, gloriosi e lontani. Quante storie, Rosaria non smetterebbe mai di raccontarmi la loro vita
La sera escono per una cena, mi invitano, ma io vado a letto con le galline, pasteggiando appena con friselle, pomodorini ed un filo di questo loro olio delicato ed intenso.
La mattina alle cinque mi tiro dietro la porta ed esco nella notte stellata verso la campagna proprio dietro la loro casa.
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