C'è l'Italia che gioca, ma siccome mi agito (che stupidella! come se ci capissi almeno il fuorigioco...) meglio se mi metto qui a raccontare la miseria della Somme, la disoccupazione e l'alcolismo dell'Aisne che son considerate le zone più depresse e misere di Francia. E si vede e si sente negli sguardi tristi e vuoti, negli uomini che passano le ore con un paio di birre e a sopravvivere col sussidio sociale dello stato, in quelli che passano il pomeriggio della domenica a giocare a cavalli e alle corse nei bar Pmu, nella dignita' silenziosa delle donne anziane e sole che vanno a far la spesa nell'unico negozietto se ancora c'e' e resiste. La regione mineraria non ha saputo riciclarsi come l'operosa Germania che ora ha i musei nel ventre di quelle gallerie sotterranee ed un polmone verde incredibile dove prima tutto era polveroso e nero. Qui invece le case sono miserevoli e malandate, salvo poi trovarne qualcuna piena di fiori e tutta di bei mattoni rossi o incrociare interi nuovi quartieri di queste casette tirate su con i tetti di legno e le pareti di un solo muro di mattoni di cemento...la forma ed modello son sempre quelli e le dimensioni davvero minute, tutte a un piano, un paio di camerette sotto il tetto a spioventi e 4 metri quadri di giardino. Tanto i figli poi se ne vanno ed allora a che serve una casa tanto grande? mi racconta una signora che mi regala tre ciuffetti di ribes e mi fa coraggio perché fra 4 km c'è il prossimo villaggio! Ecco, potremmo pensarci anche noi che siamo maniaci di case grandi che poi bisogna pulire e mantenere!
Eppure arrivata a San Quentin ho respirato un'aria diversa, sarà stato il centro storico con quel che resta delle antiche porte e del Castello o magari la zona pedonale piena di gente nei bar, il mercato e finalmente un bel po' di giovani qua e la'. La sorpresa grande e incredibile e' invece e sopra ogni cosa e' stata entrare nella Cattedrale e trovarmi quasi sotto i piedi il meraviglioso labirinto e tutte le stelle e le rose dei venti sparpagliate fra le navate secondo un preciso percorso della luce! Il labirinto metafora e simbolo della vita, ognuno ha e fa il suo cammino, talvolta pare si sia giunti alla meta e invece no, si svolta e si torna indietro per svoltare ancora ma alla fine tutti si arriverà
al centro ed all'illuminazione e insomma a capire che ci stiamo a fare qui...Mi sono emozionata perché in effetti tutti i miei cammini hanno avuto causa ed inizio proprio da Chartres, dove esiste l'unico altro labirinto a pavimento dei 5 che esistevano nelle cattedrali di Francia. Anni e anni fa, un'altra vita, mi affascino' percorrerlo e da allora non ho smesso più! Ora che ho trovato l'altro magari sarà forse l'ora di smettere? Non credo! Si scoprono così tante cose coi piedi anziché con le ruote sotto di noi!
C'e' un fascino avventuroso nella lentezza che non credi
E intanto la tv qui si e' rotta e mi son persa la finale, il web mi dice vittoria per l'Italia! con mica tanta buona pace per i tedeschi!
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