Alle 6 precise eccoli li', sono in tre, due uomini ed una donna, curiosi ed ansiosi di conoscere questa tosta matta che e' partita dall'Inghilterra per tornare...a casa! Son curiosa, anch'io naturalmente, di conoscere chi mi accompagnera' su un percorso tutto nuovo e tutto da testare, ma che mi portera' verso Torino. Che lusso e che differenza dalle prime tappe in cui si navigava a vista e a tentoni, anzi "a naso" fra ipotetici percorsi più o meno tortuosi e più o meno sui passi di Sigerico!
Il primo approccio e' sorridente e pieno di reciproche aspettative, poi il
passo si fa subito deciso e cadenzato, il ritmo e' veloce e non calera' sotto i 5km/ora per tutto il tempo della lunga e varia tappa. Abbiamo persino il GPS e stavolta il calcolo sarà preciso e senza calcoli approsimativi.
Il percorso prevede una tappa lunghetta e a quanto pare non troppo impegnativa visto che e' prevalentemente pianeggiante. Ci lasciamo Ivrea alle spalle in un mattino gia' caldo e ci incamminiamo sul tracciato detto Via Romea Canavesana perche' va verso Roma appunto e passa dal territorio del Canavese. Sono la prima pellegrina a percorrerlo e loro sono orgogliosi e felici di offrirmene l'opportunita' ed io commossa da tanta fiducia e considerazione. Le ore scorrono fra piccoli borghi agricoli, strade asfaltate, ma abbastanza deserte, boschi e campi di granoturco alto e di un bel verde brillante, quel mais detto pignulet e macinato poi a pietra per una polenta di ottima qualita'. Qua e la' vigne del prezioso Erbaluce e poi colline dominate da imponenti chiese barocche, castelli e poi, oramai lontani la Serra ed il profilo della Bella Addormentata, ecco finalmente il Lago di Candia, dietro una curva ed oltre un bosco. I ragazzi fan chiasso con la musica sulla riva mentre silenziosa scivola al largo una canoa. Pare un angolo nascosto e protetto, regno tuttavia anche di zanzare fastidiose e di enormi ragnatele tessute fra i rami di sentieri erbosi purtroppo in parte mal curati. Ed e' un peccato, perché il tratto e' davvero vario e a suo modo spettacolare e segreto. Se pensi alle migliaia di sentieri svizzeri ben tenuti e segnati, regno di centinaia di escursionisti di tutti i generi mi viene una rabbia! Mi pare pura cecità e grettezza che taluni amministratori non si preoccupino del tesoro che possiedono intorno a se', soprattutto loro che hanno il dovere anche morale di curare e gestire al meglio il patrimonio paesaggistico e culturale che e' stato loro affidato. Penso che oltre a sanare il bilancio si possa con un minimo di buona volonta' promuovere ed affiancare le iniziative dei loro concittadini appassionati che lottano contro l'oblio della storia e dei rovi che invadono e trasformano i segni dell'uomo nel tempo che fu. Di qui infatti passava la strada romana, i Templari fondarono le loro tenute laboriose ed accolsero pellegrini, ci furono lotte fra i signori del luogo e poi, poi siamo ad oggi, siamo ai nuovi barbari che si accontentano di passare le domeniche nei centri commerciali ignari del fervore vitale e fiorente che qui albergava..
Oramai sul Cammino di Santiago tanti spagnoli in crisi ci campano con i loro centri di accoglienza pellegrina e con tutto l'indotto che ne deriva. Loro cominciarono una ventina di anni fa e ci credevano in pochi. Eppure! Perché non credere anche noi qui in quel Medioevo che fu ed in questo prossimo venturo in tempi di crisi? Ho visto cascine e casette trasformarsi in splendide accoglienti strutture per i nuovi viandanti. Credo che si dovra' per forza fare sistema, per dirla in termini attuali, fra parroci e uffici turistici, fra studiosi di arte e storia locale e produttori di vino e formaggi...fra pellegrini ed i contadini che permettano il passaggio sui bordi dei loro campi e dei pascoli...
Solo allora e passo dopo passo, un pellegrino dopo l'altro nel loro tam tam di "radio cammino" si passeran la voce e non sarà più una rarità da giornale locale il passaggio di una solitaria e prima pellegrina!
Intanto con tutti questi bei discorsi e' gia' mezzogiorno e dopo sei ore ed i soliti 29 km suppergiu' e 930 m di dislivello siamo a Mazze' dove persino il...parroco con l'abito talare ed un gruppo di appassionati ci vengono incontro ed altri ci attendono sul cammino e alla chiesa della Madonna e anche le campane si mettono a suonare!!! Proprio come avveniva in quei tempi lontani al giungere di un pellegrino. E mi commuovo.
Poi andiamo a pranzo tutti insieme alla Locanda del Viandante ( ! ) e poco importa se siamo stanchi e sudati, tutti sono curiosi ed attenti e si bevono col buon rosato della zona le mie mille parole e le esperienze per loro preziose che posso condividere in questa splendida domenica di calorosa accoglienza e di generosa dedizione. Ora son qui che sfoglio i libri che pure mi han regalato! Spero e auguro loro che l'inaugurazione che onorevolmente mi e' toccata sia il segno di una sfilza nutrita di altri pellegrini che cresca e porti un pezzetto di altri mondi anche qui, su questa storica bella variante detta Via Romea Canavesana
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RispondiEliminaGrazie mille Lucia,
RispondiEliminaper le belle parole che scrivi e per gli ottimi consigli che ci hai fornito durante la piacevole camminata di ieri.
E' stata una bellissima esperienza; certo davanti a noi si prospetta un gran lavoro come ben sai, ma che certamente affronteremo con entusiasmo, con la voglia di confrontarci che reputo sia fondamentale, nell'ottica di fornire un servizio il più possibile adeguato per tutti coloro che vorranno conoscerci.
un saluto che spero però sia un arrivederci presto!
ps. ti lascio i riferimenti del nostro sito:
http://www.viaromeacanavesana.it
Danilo